Non vi è alcun dubbio: gli ultimi due anni sono stati davvero impegnativi per i facility manager. A loro il compito di orchestrare la trasformazione degli spazi di lavoro e la dotazione tecnologica, per permettere la grande rivoluzione del lavoro ibrido in seguito all’emergenza pandemica – un mix di lavoro in presenza e da remoto che, facendo leva sul concetto di flessibilità, riesce a coniugare il benessere dei lavoratori e la loro produttività.
E per il 2023 le responsabilità del facility manager non sembrano certo diminuire: in primis perché il lavoro ibrido è qui per restare; poi, la tecnologia abilitante il modern workspace continuerà a evolversi, generando un circolo virtuoso che le imprese devono imparare a governare se vogliono rimanere competitive.
Lavoro ibrido, cosa aspettarsi nel 2023
Previsioni confermate dalle ultime rilevazioni dell’Osservatorio Smart Working della School of Management del Politecnico di Milano. Se nel 2022 il lavoro da remoto in Italia ha continuato a essere adottato in modo consistente raggiungendo il numero di circa 3,6 milioni lavoratori, per il 2023 la cifra è destinata a crescere fino a 3,63 milioni grazie al consolidamento dei modelli di smart working nelle grandi imprese e a un’ipotesi di incremento nel settore pubblico.
Concedere flessibilità alle risorse in azienda è diventato un imperativo per le aziende che puntano a mantenere alto il livello di retention e, al tempo stesso, ad acquisire i migliori talenti sul mercato. L’Osservatorio sottolinea inoltre che, così come cambiano i modelli organizzativi, anche i modelli di workplace sono destinati ad evolversi con spazi identitari e finalizzati a favorire la collaborazione e la comunicazione con colleghi e stakeholder, oltre che con una maggiore diffusione e capillarità di sedi sul territorio e l’utilizzo di ambienti terzi come business center e spazi di coworking.
Lavoro ibrido, perché il cambiamento inizia anche dalla tecnologia
Appare evidente come questo profondo cambiamento dei modelli organizzativi e di workplace non sarebbe possibile senza l’implementazione della giusta dotazione tecnologica.
Non a caso Microsoft, nel suo New Future of Work Report 2022, cita Nicholas Bloom, professore presso il Dipartimento di Economia della Stanford University: il lavoro da remoto continuerà a crescere man mano che aziende e dipendenti si adatteranno a questo modello e man mano che le tecnologie miglioreranno, a partire dalla realtà virtuale e gli ologrammi.
Lo sviluppo di hardware e software genererà nei prossimi decenni attrezzature migliori e nuove tecnologie, trasformando radicalmente il lavoro da remoto proprio come hanno fatto le videochiamate e la condivisione di file nel cloud negli ultimi 20 anni. Così, migliore è la tecnologia a disposizione, più efficace risulta essere il lavoro ibrido, più l’asticella della dotazione tecnologica si alza, e più i compiti del facility manager diventano sfidanti in termini di gestione dello spazio e progettazione del posto di lavoro.
Lavoro ibrido, le tecnologie che potenziano la produttività
Per rispondere a una gamma diversificata di stili di lavoro, i facility manager dovranno essere abili nel progettare spazi comodi e funzionali per una pletora di attività. Vediamo più nel dettaglio alcune delle tecnologie e trend tra cui i facility manager dovranno destreggiarsi per aumentare la produttività all’interno dei nuovi modelli di lavoro ibrido.
1. La collaboration passa dal cloud. Il 2023 vedrà un intensificarsi del passaggio verso il cloud di soluzioni per la collaboration indispensabili per consentire il lavoro da remoto, ossia per permettere a tutti i lavoratori, indipendentemente da dove si trovino, di accedere agli strumenti e ai documenti necessari per svolgere le proprie attività e di collaborare all’interno di team diffusi.
2. Uso dell’intelligenza artificiale. Gli strumenti dotati di AI registreranno una sempre maggiore diffusione. Saranno in grado di supportare i lavoratori automatizzando attività a basso valore aggiunto: le risorse potranno così dedicarsi a task più rilevanti da un punto di vista strategico. In questo caso, è imprescindibile ricorrere a un fornitore unico, capace di identificare adeguatamente le esigenze di business.
3. Esplorando il Metaverso. Il Metaverso rappresenta per ora l’ultima frontiera della collaborazione virtuale tra due o più persone dislocate ai lati opposti del globo. All’interno del Metaverso sarà possibile sperimentare nuove forme interazione, creazione, condivisione con un livello di coinvolgimento sino ad ora inimmaginabile. Dai momenti di formazione alle sezioni dimostrative di prodotti e macchinari fino a fiere virtuali e meeting, tutto essere svolto in maniera interattiva all’interno del Metaverso.
4. Sostenibilità first. Nel 2023 ridurre l’impatto ambientale diventerà una priorità assoluta nelle scelte che i facility manager si troveranno a compiere. La ricerca e l’implementazione di tecnologia sostenibile in grado di apportare un risparmio energetico e ridurre le emissioni di CO₂ sarà necessità per tutte quelle aziende che vogliono lavorare in maniera più efficiente contribuendo alla tutela dell’ambiente. In questo caso, si rivela fondamentale scegliere un system integrator attento alle dinamiche ecosostenibili: un buon punto di partenza sono il suo bilancio di sostenibilità e le certificazioni ISO possedute.