HR e gestione dello smart working: quali opportunità e prospettive? Il concetto di Lavoro Agile è in continua e progressiva evoluzione sin dai primi anni 2000. Senza alcun dubbio, però, la pandemia ha dato una fortissima accelerazione al fenomeno, prima in modo “emergenziale”, poi più pianificato e ragionato.
Nelle fasi più acute dell’emergenza sanitaria, lo Smart Working è stato adottato dal 97% delle grandi imprese, il 94% delle PA e dal 58% delle PMI, secondo la fotografia dell’Osservatorio Smart Working della School of Management del Politecnico di Milano. Con il miglioramento della situazione epidemiologica, il numero di lavoratori che lo hanno sperimentato è progressivamente diminuito, ma si stima che il Lavoro Agile diventerà strutturale nell’89% delle grandi aziende e nel 62% delle PA, con formule ibride che prevedono 2-3 giornate da casa o in mobilità ogni settimana.
HR verso nuovi compiti e responsabilità
La gestione dello Smart Working rappresenta un’opportunità ma pone anche diverse sfide per le aziende, che devono adattare i loro modelli organizzativi alle nuove esigenze dei collaboratori: il cambiamento è particolarmente evidente per le Human Resources, chiamate ad operare da remoto e a reinventare la propria funzione in un contesto in rapida evoluzione.
Come tenere unito un team che lavora da remoto in un modo strutturato? Come assicurare da una parte produttività e business continuity, dall’altra engagement e soddisfazione dei dipendenti? Di seguito, alcuni elementi da tenere in considerazione.
Attenzione alla dotazione tecnologica
Tra i compiti principali di chi lavora nelle HR vi è quello di esplorare e individuare, con il supporto del comparto IT, le tecnologie più idonee ad assicurare che il lavoro svolto da casa o in mobilità sia efficiente come in ufficio. Occorre quindi colmare i gap di dotazione hardware e software tra i vari dipendenti e garantire la “parità tecnologica”, investendo in connettività, device e applicazioni a supporto del lavoro ibrido, ponendo un’attenzione particolare alle tecnologie di comunicazione e collaborazione.
Flessibilità
L’HR deve avere la capacità di recepire le esigenze personali dei singoli collaboratori e armonizzarle in un’organizzazione del lavoro fluida, nel tempo e nello spazio, per aumentare l’autonomia e il benessere dei dipendenti. L’aumentata flessibilità si riflette in un miglioramento del work-life balance (per l’89% dei lavoratori delle grandi imprese, l’82% delle PA e il 55% delle PMI, secondo dati Osservatorio Smart Working Politecnico di Milano) ma anche in una maggiore efficacia ed efficienza della forza lavoro (per il 59% delle grandi imprese e il 30% delle PA).
Nuovi modelli di leadership
Inevitabile la ricaduta delle nuove modalità di lavoro sugli stili di leadership: oggi l’HR manager è sempre più un remote manager che, nel rapporto con il proprio team, deve saper attribuire i giusti obiettivi, essere in grado di misurarli e saper gestire emotivamente le persone, cercando di mantenere sempre alta la motivazione per ciascuno dei collaboratori.
Coinvolgimento ed empowerment
Altre parole chiave, quindi, sono il coinvolgimento dei dipendenti nelle scelte e nella strategia aziendale e il loro empowerment, cioè la capacità di responsabilizzare chi lavora per l’azienda ascoltando l’opinione di ciascuno, implicando i collaboratori nelle decisioni e stimolandoli a proporre nuove idee e suggerimenti.
Cultura aziendale e community
I lavoratori non sono più (non sempre, almeno) presenti fisicamente in azienda, ma devono comunque sentirsi parte integrante. Uno dei compiti più delicati dell’HR ha a che fare con la comunicazione della cultura aziendale, con la costruzione di una community che si senta legata da valori comuni. È necessario che le Risorse Umane siano le prime a promuovere un sistema valoriale che sia intenzionale e durevole nel tempo e che coinvolga il dipendente.
Per ottenere ciò è necessario centrare il focus su competenze legate alla relazione e alla comunicazione, come parte di una formazione del dipartimento HR che deve diventare sempre più consapevole e multifattoriale. La sfida nella gestione dello Smart Working, in un mondo del lavoro in costante e rapido cambiamento, è essere in grado di continuare a valorizzare il bene più importante che qualsiasi azienda possiede: i propri dipendenti.