Con la pandemia, la didattica a distanza è stata la prassi adottata da diverse università. Tuttavia, l’esperienza delle università telematiche aveva già aperto la strada in questo senso, permettendo a persone distanti fisicamente di iniziare il percorso accademico a prescindere dal luogo di studio.

In questo contesto, i sistemi per videoconferenza si sono rivelati cruciali: considerando il successo crescente degli atenei telematici e l’incremento delle attività a distanza manifestata dalle università, è fondamentale dotarsi di un sistema per videoconferenza che permetta di trasmettere e registrare lezioni, meeting, conferenze e convegni e raggiungere così anche gli studenti più lontani, di fatto annullando le distanze.

Il mondo accademico è in evoluzione e va incontro alla trasformazione digitale: per questo è necessario scegliere il sistema per videoconferenza più adatto alle singole esigenze.

 

Scegliere il miglior sistema per videoconferenza per le università: gli aspetti da considerare

Per scegliere il miglior sistema per videoconferenza per le università, bisogna in primo luogo prendere in considerazione le reali necessità accademiche.

I sistemi possono infatti essere di tipo tradizionale – come telecamera, codec, monitor, microfoni e accessori, con preset oppure focus fisso – oppure webcam di ultima generazione. In quest’ultimo caso, una soluzione meno costosa, ma più semplice da installare e portabile.

In secondo luogo, si valuta l’adozione di un impianto audio, l’impiego di una telecamera con microfono integrato, oppure l’integrazione di microfono e speaker in un PC dotato di webcam – quando non presenti nell’hardware.

La scelta varia a seconda degli spazi e delle esigenze della singola università: una sala molto grande, in cui si tengono conferenze con molti relatori, può aver bisogno di un sistema più articolato, con telecamere professionali e preset per spostare l’inquadratura in modo rapido. Se invece le aule sono più piccole oppure sono previste solo lezioni svolte per studenti collegati a distanza, è ideale un sistema agile, ma non meno professionale, come webcam e microfono ed eventualmente cuffie. 

Qualora ci fosse un sistema audio/video già installato, è molto consigliata l’integrazione di
appositi hardware per migliorare la qualità con il giusto sistema per videoconferenza. A tal proposito, è importante scegliere con cura le soluzioni da implementare all’interno dell’ecosistema già esistente. In linea di massima, è sempre meglio ricorrere all’ integrazione con più software: ciò sarà a beneficio di compatibilità e interoperabilità, fondamentali per un sistema per videoconferenza che sia agile e facile da installare e che non richieda competenze tecniche avanzate.

Al di là delle funzionalità, conta molto anche lo scopo delle videoconferenze. Se la finalità è solo trasmettere o registrare lezioni universitarie, potrebbe essere adatto un sistema flessibile, facile da installare e da utilizzare. Se, al contrario, sono previste conferenze con molti relatori in sale di grandi dimensioni, può essere utile adottare un sistema con videocamere e microfoni disposti in diversi punti dell’aula.

Infine, è importante valutare l’eventuale adozione di tool ad hoc per condividere e inviare presentazioni, documenti, pdf e altro materiale, necessario per la lezione: ci sono anche strumenti per videoconferenze che permettono, in tempo reale, di creare diagrammi, schemi e progetti. Una lavagna virtuale, difatti, può rendere più interessante e partecipata la lezione.

 

Sistema per videoconferenza in università: l’importanza di un ecosistema integrato

Al di là delle caratteristiche tecniche del singolo hardware o software, l’ideale sarebbe creare un ecosistema che permetta all’università di avere a disposizione tutte le risorse necessarie per effettuare le lezioni, anche da remoto. Creare dunque un ambiente con telecamere, webcam, conference cam, software e piattaforme di collaborazione interoperabili e connessi è fondamentale per realizzare un sistema funzionale e flessibile e, allo stesso tempo, semplice da usare e da aggiornare. Sarà questo il futuro della didattica a distanza? 

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